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Giovanni Arrighi (1937-2009) non ha mai smesso di studiare il capitalismo di ieri, per comprendere il sistema-mondo di oggi e prevederne la mutazione di domani. Con uno sguardo filosofico-politico, il libro restituisce il profilo intellettuale di un grande protagonista della New Left. La sua più nota trilogia - "Il lungo ventesimo secolo" (1994), "Caos e governo del mondo" (con Beverly J. Silver, 1999) e "Adam Smith a Pechino" (2007) - fu scritta in quegli Stati Uniti che negli anni Ottanta lo avevano adottato, ma sarebbe stata impensabile senza una vita tanto appassionata e cosmopolita. Perché a ventisei anni Arrighi è in Africa, a indagare il sottosviluppo e combattere il neocolonialismo. Tornato in Italia, negli anni Settanta anima il Gruppo Gramsci a Milano e insegna a decifrare le diverse forme di imperialismo, prima all'Università di Trento e poi in quella della Calabria. Il volume ricostruisce criticamente genesi e sviluppo di un pensiero di largo respiro e scottante attualità, che, ben prima del crollo di Wall Street nel 2007, aveva gettato luce sulla storia secolare delle bolle finanziarie, ipotizzando che l'ultimo scorcio del Novecento preludesse a un'egemonia di tipo nuovo, quella cinese.